giovedì 6 marzo 2014

Voglia di Sole

Con la Primavera ancora lontana, lo so, ma col mese di Marzo ormai avviato, il mio desiderio di sole&calore diviene quasi impellente; dire che sono stanca, avvilita, demotivata da un lungo inverno di pioggia praticamente ininterrotta è - davvero - dir poco.
Mi sono imbozzolata nella mia pigrizia, durante l'intero periodo, e crogiolata in essa; ho poltrito ogni benedetto weekend, spesso non alzando il sedentario dal letto se non per le faccende improrogabili; ho vegetato di libri&tv.

Me lo fa sempre, l'inverno nella mia ben poco accogliente casa attuale; lo spazio è misero (beh, magari non proprio ma) e mal distribuito, gli arredi non sono adatti al luogo né in sintonia col mio gusto; il tutto è stato frettolosamente raffazzonato quando ho traslocato (venti metri secchi!) da casa dei miei, ricolma del desiderio di avere un rifugio personalmente, finalmente 'mio'.
Poi è arrivato Lui, Guido, a fasi alterne; ed ancora, la mia meravigliosa Poci - lei, però, in pianta stabile, non pendola da una città all'altra come suo padre: ed abituarsi ad avere un'altra persona stabilmente, permanentemente, perennemente accanto è stato, per me, non così facile.

Perché m'ero abituata bene, nel mio nido incasinato&improvvisato; 70 metri quadri suppergiù tutti per me d'improvviso si son visti riempire di giocattoli, abitini, culle, lettini, fasciatoi, scarpe numero 43, camicie e cravatte.
Di botto, di colpo, d'improvviso.

Ed ecco che l'improbabile rifugio della single è diventato una casa di famiglia SENZA esser stato preparato per farsi tale; ed è stato, da lì, un susseguirsi di acquisti impulsivi tesi a contenere la qualunque - spesso affrettati e con l'occhio attento al minimo budget disponibile - che hanno fatto di una casa il caos completo, totale ed indicibile che è oggi.

Al momento la nostra magione ci sta rigettando; non scherzo, sta cercando di liberarsi di noi negandoci ogni piccolo, minimo angolo anche solo dove poggiare una nuova scatola - tanto è vero che gli ultimi acquisti della Rue sono stipati qui in ufficio, chiusi in contenitori improbabili o avvolti da pluriball così poco chic.

Ma qualcosa ho lasciato a vista, per ricordarmi che prima o poi VillaGina sarà accessibile e tutto quanto troverà, in un modo o nell'altro, la miglior collocazione: per ora mi godo questo, attendendo un sole primaverile che, spero, mi risveglierà dalla mia maledetta, bulimica apatìa.





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